Disarmare il cuore

“Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”

(Gal. 4,4-7).

Nessun padre, nessuna madre può sopportare ingiustizie, schiavitù, conflitti tra i figli. Nemmeno Dio! Già nel libro del Levitico si parlava del suono di un corno di ariete, ogni 49 anni, per annunciare un tempo di clemenza e liberazione, in modo da ristabilire la giustizia (cfr. Lev 25,8-13). “Il suono del corno ricordava a tutto il popolo, a chi era ricco e a chi si era impoverito, che nessuna persona viene al mondo per essere oppressa: siamo fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre, nati per essere liberi secondo la volontà del Signore” (Messaggio Giornata della Pace 2025)

Anche l’anno appena iniziato è un tempo “giubilare” per la Chiesa. Un anno in cui ci è chiesto di ascoltare, più che il suono di qualche strumento, il“grido disperato di aiuto” di tanti fratelli e sorelle, dovuto “alle disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare” (Messaggio Giornata della Pace 2025). Ci rendiamo conto di non essere capaci da soli di “rompere le catene dell’ingiustizia per proclamare la giustizia di Dio”. Ecco perché Gesù è venuto per riscattarci, per restituirci la libertà persa a causa del male che alberga nel nostro cuore.

Davvero siamo tutti figli dello stesso Padre e di conseguenza chiamati alla fraternità. Scrive papa Francesco nel messaggio per la giornata della pace 2025:” Quando una persona ignora il proprio legame con il Padre, incomincia a covare il pensiero che le relazioni con gli altri possano essere governate da una logica di sfruttamento, dove il più forte pretende di avere il diritto di prevaricare sul più debole (Messaggio Giornata della Pace 2025). Allora costruiremo un mondo nuovo, una “società altra”, non grazie a particolari strategie politiche o economiche, che pur ci vogliono, ma nella misura in cui torneremo a Dio e ci riconosceremo “finalmente tutti figli del Padre e, davanti a Lui, ci confesseremo tutti debitori, ma anche tutti necessari l’uno all’altro, secondo una logica di responsabilità condivisa e diversificata” (Messaggio Giornata della Pace 2025). Solo così si farà spazio la speranza che non delude! La speranza infatti nasce dall’esperienza della misericordia di Dio, che è sempre illimitata e ci permette di vivere donare il perdono ricevuto, unica possibilità di mettere fine ad ogni conflitto dentro di noi, attorno a noi e fino ai confini del mondo. La pace non si ottiene con la forza e la violenza, né è sufficiente l’arte della diplomazia, ma “rimettendo i debiti ai debitori” come preghiamo nel Padre nostro.

Aiutati dallo Spirito del Risorto disarmiamo il cuore: “a volte, basta qualcosa di semplice come «un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito (Messaggio Giornata della Pace 2025). Cammineremo così, lungo i sentieri di questa nostra storia, come pellegrini di speranza verso l’unica meta che è l’incontro con il Signore Gesù. Si tratta di trasformare i segni dei tempi in segni di speranza (cfr Spes non confundit 7). Il primo di questi segni, si legge nella Bolla di indizione del Giubileo, non può che essere la costruzione della pace attraverso progetti concreti, poi il “si” pieno e totale alla vita, l’attenzione ai detenuti, agli ammalati, ai giovani e agli anziani, ai poveri, fino ai profughi, ai rifugiati, ai migranti troppo spesso criminalizzati

Non possiamo non sentire rivolto anche noi l’invito del papa: “La comunità cristiana sia sempre pronta a difendere il diritto dei più deboli. Spalanchi con generosità le porte dell’accoglienza, perché a nessuno venga mai a mancare la speranza di una vita migliore” (n. 13).

Chiediamo nella preghiera al Signore che davvero disarmi i nostri cuori.

Concedici, la tua pace, Signore!

Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,
quella pace che solo Tu puoi donare
a chi si lascia disarmare il cuore,
a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,
a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,
a chi non resta sordo al grido dei più poveri.

(Papa Francesco – Messaggio Giornata della Pace 2025)