NON TEMERE IO TI HO RISCATTATO

dall’ ANCORA ON LINE

http://www.ancoraonline.it/2019/12/17/foto-incontro-volontari-caritas-vescovo-bresciani-gesu-non-carita-si-carita/

Venerdì 13 dicembre i volontari della caritas diocesana e parrocchiale, sacerdoti e religiosi, si sono ritrovati presso il salone polivalente della Caritas diocesana per un momento di formazione e per scambiarsi gli auguri di Natale.
Relatore d’eccezione il dott. Fabrizio Carletti, consulente e psico-pedagogista, che durante la serata ha trattato il tema: “Non temere perché ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” (Is 43,1)
Il direttore della Caritas, Don Gianni Croci, dando il benvenuto a tutti volontari ha affermato: “Sono giorni impegnativi per tutti e il fatto che siate qui, questa sera, è molto significativo e di questo vi ringrazio. Abbiamo invitato il Dott. Carletti perchè lavora per il rinnovamento della pastorale. Dobbiamo percorrere la strada del rinnovamento. Durante l’incontro il dott. Carletti ci aiuterà a coniugare quei verbi che Papa Francesco ha utilizzato per la giornata mondiale per i poveri”.

Ha preso poi la parola il Dott. Carletti: “Dobbiamo entrare nella logica che ci chiede Papa Francesco: siamo in un cambiamento d’epoca. Dobbiamo accettare di non avere le mappe e l’equipaggiamento per conoscere la realtà. Cerchiamo di entrare in una logica di processi per riuscire ad attivarli nelle varie realtà e comunità.
La parola che ci riguarda questa sera è il verbo “riscatto”. La parola riscatto nella Bibbia è una parola molto significativa e importante.
La parola riscatto si collega alla parola salvezza, in quanto è l’agire di Dio nella sua libertà e attraverso l’amore per il suo popolo che si trova nello stato di schiavitù.

Non parliamo solo della schiavitù del peccato o dell’Egitto. Il riscatto per un ebreo poteva avvenire anche nel momento in cui passava da schiavo a libero, tornando quindi a disporre dei suoi beni. Pensiamo a Rut che diventa la mediatrice di Dio per i beni terreni della suocera.
Per il popolo d’Israele la parola riscatto significa: tornare libero”.

Approfondendo il tema il relatore ha affermato: “Si riscatta anche una persona che ti è a cuore o che ti è vicina. Questo rientra anche nell’agire di Dio che ti riscatta in virtù della sua misericordia, o come dicevamo prima, per l’amore eterno che il Signore nutre per il suo popolo in quanto riscattare/liberare è salvare Israele dall’estinzione, é creare Israele.
Dio, nel momento che ti riscatta, ti ricrea.
Il popolo liberato dalla schiavitù diventa una comunità nuova, rinnovata nelle relazioni con Dio, vive una nuova alleanza, nella relazione con i suoi membri o con gli altri”.

Il pedagogista, citando poi Isaia: “Non temere perché ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” (Is 43,1), ha fatto notare come l’imperativo “Non temere” si ripeta ben 165 volte nelle scritture. “Il Signore” ha proseguito “è un Dio che è pronto a perdere nei confronti dell’uomo. È un Dio che è disposto a cadere con noi prima di rialzarci. Anche la frase “Ti ho chiamato per nome” ci fa comprendere come il rapporto con Dio sia dentro un legame, dentro una relazione.
Gesù quando agisce attraverso i segni o con miracoli, come si comporta?
Prima di tutto restituisce alla persona la libertà: ridà la parola, fa tornare a camminare, fa tornare a vedere. Però di dieci che ne salva ne torna soltanto uno, come per i lebbrosi. Questo accade perché Gesù nel ricreare dona anche la libertà di non tornare. In questa azione possiamo leggere la dimostrazione del suo amore che dona piena dignità e libertà”.

Il dott. Carletti aprendo un momento di risonanza ha affermato: “Personalmente mi devo chiedere: sono stato riscattato da Dio? Quando è avvenuto?
Perché altrimenti tutto quello che possiamo dire conta poco. Se poco testimoniano, poco diventa testimonianza. Non possiamo toccare il tema più profondo su come la Caritas operi sul riscatto se prima non mi confronto con la mia vita”.

Il relatore ha poi chiesto delle parole ai presenti in sala da condividere sul tema del riscatto. Sono emerse, tra le altre, le seguenti parole: ascoltare, prossimità, perdono, compassione, misericordia, cura, guardarsi dentro.

Il Dott. Carlettiha poi invitato i presenti a far memoria e a riflettere su due domande personali:
Da quale schiavitù sono stato riscattato?
Da quale handicap sono stato RI-creato?

Dopo un momento di discernimento personale il relatore ha invitato i volontari a condividere liberamente, con una persona presente in sala (a coppie),  la propria riflessione così da  poter uscire dalla propria “confort zone” e come affermato dal Dottor Carletti: “così da essere missionari condividendo con un altro volontario la propria intimità, sperimentando così la reciprocità, in quanto raccontarsi e ascoltare è un momento di carità”.

Dopo questo momento di condivisione il dottor Carletti ha ricordato come “anche le nostre comunità chiedono di essere riscattate. Qui entra in gioco l’azione primaria della Caritas: quella pedagogica, affidata da Paolo VI quasi 50 anni fa. Ricordandoci sempre che ti riscatta un amico e non ti riscatta un operatore pastorale. In quanto il riscatto è segno dell’amore di Dio”.
Concludendo il relatore ha affermato: “Il riscatto non è pagare una bolletta, ma è rispondere ad un bisogno. Entrare nella logica del riscatto vuol dire che l’altro recuperi la sua dignità e la sua libertà”.

La serata è poi proseguita con la riflessione del Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto –  Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani.