MESSA DELLA NOTTE CON LA COMUNITA’ DI ACCUMOLI-AMATRICE
Natale 2016
Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia.
Anche noi, questa notte,
abbiamo trovato un Bambino!
Ancora una volta, non c’è per Lui un luogo accogliente,
non perché in paese nessuno ha aperto la porta,
ma perché le case sono cadute o lesionate.
Non ci sono Maria e Giuseppe: è solo,
come sole sono rimaste molte persone a motivo del sisma.
Ci sono solo le pietre,
prese dalle macerie di cinque chiese di Accumoli,
e, se guardiamo bene,
ci accorgiamo che Gesù è Bambino è ferito:
mancano parte delle mani, i piedi….
come ferita, è tanta gente, qui questa notte.
Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia.
Nel nostro presepe, non molto lontano,
dal Bambino adagiato sulla mangiatoia,
c’è una pecora soltanto,
la pecora smarrita del Vangelo,
sola, in un ambiente ostile,
in una natura, apparentemente senza vita.
Siamo noi quella pecorella
che il Signore prenderà sulle spalle,
per riportarla all’ovile
dove farà festa.
Sì, ci sarà bisogno di chi ricostruirà le case,
riedificherà i nostri paesi,
ma ancor di più c’è bisogno di questo Gesù.
Egli soltanto è capace
di trasformare le macerie
che appesantiscono
i nostri cuori e le nostre menti
in una vita nuova e più bella.
Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia.
Come i pastori non abbiamo paura
di andare davanti al Bimbo che ci è nato:
ci aiuterà a vincere la paura che paralizza
a mettere da parte le lamentele che scoraggiano,
ad eliminare le divisioni che ci lacerano.
Permettiamo al Figlio di Dio di crescere in noi e tra di noi:
moltiplicherà la gioia, aumenterà la letizia,
sprigionerà l’amore, farà fiorire la pace,
riaccenderà la speranza!
Fra poco, molti di noi
non torneranno nella propria casa,
ma nell’albergo,
lontano dalle proprie abitazioni
e dalla propria terra,
come Maria e Giuseppe, lontani da Nazareth.
Eppure, sono sicuro,
che quella notte, questi due sposi,
fecero festa, provarono una gioia incontenibile,
sorrisero davanti al Bambino appena nato.
Viviamo anche noi questo Natale speciale,
da gente contenta…
semplicemente perché Dio ci si fa vicino!
E uscendo, proviamo ad alzare lo sguardo
verso il cielo stellato…
magari non udremo il coro degli angeli,
soltanto l’eco del canto
di questo nostro bravissimo coro,
ma dentro di noi sentiremo risuonare
l’invito dell’Angelo:
Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo:
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore,
che è Cristo Signore.
Non cancelleremo il ricordo triste
della tremenda notte di quattro mesi fa,
ma certamente ci inonderà una gioia divina,
non perché tutto si è risolto,
ma perché lo sguardo di questo Dio, che si è fatto Bambino,
si è posato su di noi e ci ha fatto sentire veramente amati…
…questo è già sufficiente per stare contenti
dentro questa tremenda e meravigliosa storia di salvezza.
Non dimentichiamolo:
“Dio è un bacio”, caduto sulla terra a Natale,
un bacio in questa notte santissima per ciascuno di noi!