IL DNA DEL VOLONTARIO

CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI CARITAS E GRUPPI DI VOLONTARIATO

La carità non è un gesto etico:

è sempre l’azione di Dio in noi e per mezzo di noi

  1. Perché la proposta di un percorso di formazione?

Il beato Paolo VI  ha voluto fortemente la Caritas e ha insistito molto sulla sua funzione  prevalentemente pedagogica. Questo vuol dire che c’è un rapporto stretto tra Carità e formazione, anzi si potrebbe dire che carità è formazione.

Spesso si assiste ad un paradosso pastorale: c’è  tanta formazione ma una poca o difficile  incidenza nella vita. Non si riesce a fare una sintesi tra la fede, i percorsi formativi catechistici, liturgici e la vita. In altre parole non si aggancia nella vita ciò che si spiega nella catechesi  e si vive nella celebrazione. C’è una specie di frattura tra la formazione alla fede, l’iniziazione cristiana e la carità: questa  spesso è intesa come corollario o appendice nei percorsi formativi e non ha ancora incidenza nella struttura formativa parrocchiale ordinaria perché viene intesa come fatto sentimentale o episodico.  Eppure nel catecumenato antico, l’impegno nella carità era una delle condizione essenziali per diventare  cristiano.

La carità quindi è formazione, ma anche la formazione è carità. Infatti soltanto una buona formazione culturale, religiosa, teologica, ci permette di comprendere a fondo le nuove povertà e rispondervi, non con la paura o la contrapposizione, frutto di ignoranza, ma con il dialogo e l’impegno responsabile, cioè con la carità. Il cristianesimo non è una teoria ma un’esperienza.

2.Ma quale è la finalità della formazione?

Si legge in un racconto rabbinico : “Un rabbino istruiva una volta i suoi discepoli. Nel corso dei suoi insegnamenti  domandò loro: “Quando comincia il giorno?”.  Uno di loro rispose: “Quando si alza il sole e i suoi raggi abbracciano la terra e la rivestono d’oro. Allora il nuovo giorno comincia”. Ma il rabbino non fu soddisfatto di tale risposta. Così un altro discepolo pensò di aggiungere: “Quando gli uccelli cominciano a cantare in coro le loro lodi e la natura stessa  riprende vita dopo il sonno della notte. E allora il nuovo giorno comincia”. Anche questa risposta non accontentò il rabbino. Uno dopo l’altro tutti i discepoli tentarono di rispondere, ma nessuno riuscì a soddisfare il rabbino. Infine i discepoli si arresero e, con agitazione, domandarono loro stessi: “Allora dacci tu la risposta giusta! Quando comincia il giorno?”. Ed ecco il rabbino rispondere con estrema calma: “Quando vedete uno straniero nell’oscurità e in lui riconoscete il vostro fratello, in quel momento il giorno è nato. Se non riconoscete nello straniero vostro fratello e vostra sorella il sole può essere sorto, gli uccelli possono cantare, la natura può riprendere vita, ma fa ancora notte e le tenebre sono nel tuo cuore”.

La finalità della formazione quindi  è la carità cioè riconoscere nel volto di ogni uomo il volto di un fratello e di una sorella.

3. Quale è il programma della prima parte del corso di formazione?

Venerdì 11 maggio 2018 ore 21.00 – 22.30

“Marta e Maria: le due facce della stessa carità”

a cura di: Mario Bettucci – Direttore Caritas diocesi di Macerata-Tolentino-    Recanati-Cingoli-Treia

Venerdì 25 maggio 2018 ore 21.00 – 22.30

“L’accoglienza: imparare l’assertività”

a cura della: Dott.ssa Maria Chiara Verdecchia  – Couselor e pedagogista

Venerdì 15 giugno 2018

“L’empatia: la differenza tra sentire e ascoltare”

a cura del: Dott. Francesco Morgese – Psicologo

Gli incontri si terranno presso la Sala Polivalente  della Caritas diocesana

Via Madonna della Pietà, 111 – S. Benedetto del Tronto.

Per ogni altra informazione :  www.caritasbt.it asbt

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