Carissimo Ciocori…

Carissimo Ciocori,

questa mattina, come avessi intuito quanto, in questi giorni, molti hanno detto anche di te, sei andato al vestiario, ti sei fatto vestire a festa e poi ci hai detto che partivi per Venezia. Mi viene da pensare che hai percepito meglio e prima di noi, la poca umanità di un certo dire e di un certo scrivere. Ti abbiamo conosciuto qualche anno fa. Eri stato ospitato in una casa per minori. Sembravi un ragazzino cinese, invece venivi dall’Afganistan. Hai chiesto ospitalità ma poi quasi subito sei scomparso. Dopo qualche anno ti abbiamo rivisto. Stranamente parlavi correttamente l’Italiano. Non sappiamo dove sei stato. Per dormire spesso ti rifugiavi lungo una via, sotto il portone di casa, di una famiglia del centro città. In molti ci hanno segnalato la tua presenza e ci hanno chiesto di aiutarti. Quante volte ti abbiamo incontrato che camminavi in mezzo alla strada, gesticolavi, parlavi da solo. Stavi male da tempo. Per questo ultimamente sei stato ricoverato in ospedale. Quando ci hanno chiesto di accoglierti abbiamo detto che la Caritas non era l’ambiente ideale per te e il nostro dott. Carlo del Poliambulatorio ha puntato i piedi per farti ospitare in una comunità che ti avrebbe potuto aiutare meglio. Non era possibile. Ci è stato detto che momentaneamente ti dovevamo accogliere noi. Ti abbiamo assegnato un posto, ma al mattino ti ritrovavamo a dormire fuori, sotto il porticato. Dicevi che avevi caldo. Passavi spesso al centro di ascolto per chiedere una carta del supermercato perché ti piacevano i succhi di frutta. Qualche settimana fa hai chiesto un telefono per ascoltare musica e una bici, che non volevamo consegnarti perché pensavamo fosse pericolosa per te. Ci hai detto così che non avevi solo bisogno di un pasto perché “non si vive di solo pane”. A volte preferivi andare al bagno all’aperto. Ti abbiamo fatto notare che non era bene fare così. Non sappiamo perché lo facevi.  Qualcuno si è scandalizzato. Ciocori, chissà cosa passa per la tua testa, chissà cosa sente il tuo cuore. Chissà quale sarà il tuo destino. Ciocori, fratello nostro, figlio di quel Dio che un giorno potrebbe chiederci “dov’è tuo fratello Ciocori?”.  

Ciocori, stasera ci sarà una preghiera per te.  Sappiamo che è poco.

Ma è il nostro abbraccio. Quell’abbraccio che non ti abbiamo mai dato!